Qualche giorno fa, ASICS ha reso noti i risultati dell’Indagine Globale sullo Stato Mentale, un secondo studio commissionato dal marchio giapponese che mette in luce il legame positivo tra attività sportiva e benessere psicologico, nonché la relazione tra essere attivi fisicamente durante l’adolescenza e i benefici successivi in età adulta. E vediamo come è andata…
L’indagine condotta su oltre 26.000 partecipanti provenienti da 22 Paesi ha evidenziato che più le persone praticano sport, più alto è il loro punteggio di Stato Mentale1. In Italia, coloro che si dedicano regolarmente all’attività sportiva2 presentano un punteggio medio di 60/100, mentre chi è inattivo3 ottiene un punteggio notevolmente più basso, pari a soli 47/100.
In generale, il punteggio medio di Stato Mentale in Italia è di 59/100, sei punti in meno rispetto alla media globale di 65/100. Gli italiani registrano uno dei punteggi più bassi a livello mondiale, posizionandosi al 20° posto su 22 Paesi esaminati. Questo nonostante i livelli di attività fisica nel nostro Paese siano leggermente superiori alla media, con il 59% degli italiani che pratica regolarmente esercizio fisico rispetto alla media globale del 56%.
Inoltre, l’indagine ha evidenziato che essere attivi fisicamente durante l’adolescenza influisce direttamente sul benessere mentale futuro. Coloro che hanno praticato sport da teenager riportano infatti livelli di attività e punteggi di Stato Mentale più elevati in età adulta. I risultati indicano che mantenere un’attività fisica durante l’adolescenza è cruciale per instaurare buone abitudini sportive che perdureranno fino all’età adulta e avranno un impatto positivo sul benessere mentale.
L’indagine ha rilevato che tra i 15 e i 17 anni è più difficile mantenere l’attività fisica e che l’abbandono dell’esercizio fisico in questa fase della vita porta a un impatto negativo sullo stato mentale futuro. In Italia, coloro che hanno praticato regolarmente attività fisica tra i 15 e i 17 anni presentano un punteggio medio di 61/100 in età adulta, mentre coloro che sono stati meno attivi nella stessa fascia d’età ottengono 54/100.
Effettuando un confronto, i partecipanti che hanno smesso di fare esercizio prima dei 15 anni mostrano livelli di attività inferiori e punteggi più bassi di Stato Mentale in età adulta. A livello globale, il 30% degli adulti è inattivo; l’11% si sente meno concentrato, il 10% meno fiducioso, il 10% meno calmo e il 10% meno composto rispetto al campione che ha praticato sport da teenager.
D’altro canto, ogni anno aggiuntivo in cui un adolescente si dedica regolarmente all’esercizio fisico si traduce in punteggi di Stato Mentale più elevati in età adulta. A livello globale, coloro che hanno smesso di fare esercizio prima dei 15 anni mostrano un punteggio medio inferiore del 15% rispetto alla media, mentre un calo dell’attività fisica a 16-17 anni e prima dei 22 anni riduce i punteggi medi rispettivamente del 13% e del 6%.
Attualmente, preoccupa il divario generazionale nell’ambito dello sport: i giovani sono sempre meno attivi, con un conseguente impatto sul proprio Stato Mentale. In Italia, un terzo (33%) della Generazione Silenziosa (coloro che hanno oltre 78 anni) ha dichiarato di condurre uno stile di vita attivo fin dalla prima infanzia, rispetto a soli il 9% della Generazione Z (tra i 18 e i 27 anni), confermando così che le generazioni più giovani sono meno attive e abbandonano l’attività fisica prima delle generazioni precedenti.
I partecipanti della Generazione Z in Italia presentano un punteggio medio significativamente più basso, pari a 57/100, rispetto al punteggio di 63/100 dei Baby Boomer (59-77 anni) e di 65/100 della Generazione Silenziosa.
Il professor Brendon Stubbs, ricercatore leader nel campo dell’esercizio fisico e della salute mentale presso il King’s College di Londra, ha dichiarato: “È preoccupante vedere questo calo dei livelli di attività da parte degli intervistati più giovani in un’età così critica, soprattutto perché lo studio ha scoperto un’associazione con un minore benessere in età adulta”.
“I Gen Z di tutto il mondo mostrano già risultati più bassi di State of Mind rispetto alla Silent Generation, quindi questo potrebbe avere un impatto enorme sul futuro benessere mentale in tutto il mondo”.
Gary Raucher, Executive Vice President di ASICS EMEA ha dichiarato: “ASICS è stata fondata sulla convinzione che lo sport e l’esercizio fisico siano utili non solo al corpo, ma anche alla mente. È per questo che ci chiamiamo ASICS: ‘Anima Sana in Corpore Sano’. I risultati del nostro secondo studio globale sullo State of Mind mostrano quanto sia importante che i giovani si mantengano attivi e l’impatto che questa scelta possa avere sulla loro mente negli anni a venire. Noi di ASICS ci impegniamo a sostenere e ispirare le persone a muoversi per raggiungere un benessere mentale positivo lungo il corso di tutta la vita”.