Conservazione Digitale fra presente e futuro

Mettere allo stesso tavolo tutti gli stakeholder sul tema della Conservazione Digitale dei Documenti. È stato un po’ questo lo scopo degli Stati Generali che si sono svolti a Rende nella sede dell’Università della Calabria, qualche giorno fa. L’ evento è nato dall’idea di Assoconservatori Accreditati – la sezione di Assintel dedicata al tema della Conservazione digitale. Un’idea nata da uno scopo ben preciso: allineare tutti gli attori di questo complesso ecosistema rispetto ai percorsi di realizzazione e completamento della digitalizzazione, a partire dall’Università della Calabria, che è stata coorganizzatrice dell’ evento.

Il tema di partenza è stato dunque quello della formazione delle competenze specialistiche. Ma si è parlato molto di normative, di standard, di processi e di singoli contesti legati ad aziende e PA. Il cuore della due giorni è stato la Tavola Rotonda presieduta dall’onorevole Mattia Fantinati (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri), insieme ad Adriana Agrimi (dirigente Area Trasformazione Digitale dell’ Agenziaper l’Italia Digitale), Giorgio Rapari (presidente As sintel), Giovanni Martingano (coordinatore Asso Conservatori Accreditati Assintel) e dal docente dell’Unical Roberto Guarasci, padrone di casa molto attento all’evoluzione della conservazione digitale.

«La conservazione digitale è uno dei principali abilitatori dei processi di digitalizzazione: senza di essa il ciclo non si chiude. Ecco perché è fondamentale che imprese e Pubbliche Amministrazioni convergano verso un obiettivo comune di adozione, laddove le associazioni possono fare da anello di trasmissione e le Università formare le competenze necessarie» ha commenta Giorgio Rapari, presidente Assintel.

Durante i lavori sono emersi i vari punti di vista sul tema, garantendo una quadro molto completo sulle tendenze in atto e sulle ipotesi future. La centralità della conservazione è emersa in tutti i suoi aspetti. E l’idea generale è che, nonostante il lavoro già fatto, ce n’è ancora tanto da fare.