Tornare a correre all’aperto (nonostante l’aria) e con le UA Infinite Elite

Da qualche settimana sono tornato a correre all’aperto. Non sono un corridore professionista: corro regolarmente 3 volte a settimana, alternando le distanze (5-10 km). Ma corro poco d’inverno. E forse correrei ancora meno se dessi un’occhiata alla qualità dell’aria, che a Milano è spesso irrespirabile.

Ciononostante, chi corre sa che è uno sport che crea una sorta di dipendenza. E allora si va.

Da qualche settimana ho ripreso, e l’ho fatto con scarpe nuove: le Under Armour Infinite Elite.

Cosa ne penso?

Partiamo dal livello estetico: in questo caso Under Armour sbaglia pochi colpi. Belle le colorazioni, il design, il solito logo. Ottima anche la vestibilità, che per chi fa running è una cosa estremamente importante.

Sul “campo”, questa Infinite Elite non mi è sembrata molto  versatile, come altre migliori scarpe da corsa ammortizzate. Ma la sensazione durante e post corsa è stata quella di aver indossato una scarpa che fa il suo lavoro in fase di protezione delle tue gambe. Anche su distanze impegnative (che per me, soprattutto alla ripresa, sono i 10 km).

L’Infinite Elite è costruita proprio per donare comfort, grazie a un genroso strato di schiuma nell’intersuola. La scarpa ha un’altezza dello stack di 36 mm sul tallone e 28 mm sull’avampiede per un drop di 8 mm.

Oltre ad avere uno stack elevato, la base è molto ampia e favorisce una certa stabilità. Particolari che rendono la scarpa un po’ pesante, rispetto ad altre scarpe per il running.

Ho corso con queste scarpe per circa 3 settimane. E la sensazione è stata quella di una scarpa ideale per percorsi facili, anche lunghi, capace di dare un comfort molto elevato. Se volete spingere, invece, forse pagherete un po’ dazio.

Le prime due uscite avevo notato una certa rigidità. Ma l’intersuola si è ammorbidita col passare dei chilometri. Nel complesso, correre con queste Infinite Elite mi ha lasciato buone sensazioni. Certo, senza pensare troppo all’aria di Milano…